La Nutria, questo strano roditore
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Val Cavanata, estate 2008.
Ero intento a fotografare gli uccelli presenti sul piccolo specchio di acqua dolce,
quando sono stato attratto dall'improvviso ingresso in scena di un nuovo attore:
la nutria.
Precedentemente l'avevo già vista apparire fugace mentre nuotava in lontananza rasentando
i bordi del canneto, fuori portata utile per un buono scatto.
Stavolta, invece, la nutria stava nuotando proprio nella mia direzione; dopo qualche
istante me la sono ritrovata proprio davanti alla mia postazione fotografica.
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La nutria si era fermata nell'acqua bassa fuoriuscendo a mezzo busto, rendendosi
così perfettamente visibile ai miei occhi ed al mio tele.
Tranquillamente, la bestiola si era messa con molto impegno a sistemare la folta
pelliccia, liberandola dalla sporcizia e ravviando accuratamente gli evidenti baffoni
utilizzando le zampe anteriori dotate di robuste unghie.
Poche volte ho avuto modo di poter osservare così bene un animale selvatico.
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La nutria, conosciuta anche come castorino, è un grosso roditore originario del
Sud America dove vive perfettamente adattato alla vita acquatica nelle zone paludose
di quel continente.
Portata in Europa per sfruttarne la morbida pelliccia, alcuni esemplari sono scappati
dagli allevamenti e lentamente si sono diffusi nel continente colonizzando nel tempo
anche le zone paludose dell'Italia.
Le mie foto dimostrano la sua presenza anche in Val Cavanata (sul litorale del Friuli
Venezia-Giulia).
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La nutria presenta le zampe posteriori palmate, che l'aiutano nel nuoto, mentre
le anteriori sono provviste di unghie robuste, che le servono per procurarsi il
cibo.
Passa gran parte della vita nell'acqua e quindi trova un habitat ideale nelle nostre
zone paludose, ambienti lacustri o dove vi siano canali di scolo ed irrigazione.
Negli stessi posti riesce a trovare le piante acquatiche di cui si nutre. La sua
dieta comprende anche erba, radici, tuberi, foglie e chicchi di cereali ed inoltre
carne e pesce.
La nutria è un ottimo nuotatore.
In Europa non ha predatori naturali da temere, uomo a parte. Il mancato controllo
della nutria da parte di predatori ha contribuito al sovrappopolamento del mammifero
che può arrecare ingenti danni economici alle coltivazioni agricole di cui si nutre.
Si noti il caratteristico colore dei grandi incisivi affilati, tipici di questo
grosso roditore.
Nella foto accanto si vedono bene i denti di un deciso arancione, i grossi e
lunghi baffi, il naso e le orecchie neri, mentre sono quasi invisibili gli occhi
chiusi fra la folta pelliccia.
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La nutria se ne stava tranquillamente davanti al piccolo osservatorio avifaunistico
della Val Cavanata, in pieno sole; per niente infastidita dal rumore dei miei scatti
fotografici.
Uscita dall'acqua, ho potuto farmi una precisa idea delle sue dimensioni e caratteristiche
fisiche.
Assomiglia al castoro, da cui si differenzia per la taglia più minuta e la coda
cilindrica.
Il corpo, lungo intorno a 60 cm, è tozzo e ricoperto da una fitta pelliccia di colore
marrone scuro, leggermente più chiara nella regione ventrale.
Pesa fra i 5 e i 10 kg. Il maschio è più grande della femmina
La nutria, prediligendo gli argini fluviali per la costruzione della propria tana
è divenuta una delle maggiori cause di formazione di fontanazzi, mettendo a rischio
la stabilità degli argini lungo i corsi d'acqua in quanto favorisce una rapida erosione
del terreno costituente l'argine stesso.
La nutria, sempre con molta calma, si è poi girata sul proprio fianco, mostrando
il folto manto provvisto di lunghi peli setolosi.
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Poi, come accade quasi sempre con i selvatici, così come era giunta così
se ne è andata, allontanadosi a nuoto nei meandri del canneto, dopo avermi
regalato questa interessantissima sequenza.
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